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Competenze linguistiche

La conoscenza delle lingue e, in particolare, dell’inglese al giorno d’oggi è un requisito cruciale sia per il successo professionale dei singoli sia per quello economico delle aziende

Perché è importante imparare l’inglese?

La conoscenza delle lingue e, in particolare, dell’inglese al giorno d’oggi è un requisito cruciale sia per il successo professionale dei singoli sia per quello economico delle aziende, motivo per il quale si osserva una nuova tendenza di queste ultime a investire nella formazione linguistica dei propri manager e dipendenti. Oggi un’efficiente comunicazione in inglese – corredata da competenze interculturali – non è utile alle sole aziende con vocazione internazionale che vogliano inserirsi nei circuiti del commercio internazionale, ma anche alle piccole e medie imprese bisognose di migliorare la comunicazione interna in ambienti di lavoro sempre più multiculturali. La ragione è semplice: l’inglese è lingua franca in molteplici settori, dal mondo accademico a quello della diplomazia, dai media alla tecnologia, e, soprattutto, nel mondo del business. Da non sottovalutare, inoltre, è il primato dell’inglese come lingua del web che lo rende la lingua dell’informazione per eccellenza. D’altro canto, come dimostra uno studio condotto dal British Council volto a prevedere l’entità della domanda di formazione nella lingua inglese da qui al 2025, l’importanza di questa lingua a livello globale non è destinata a scemare né di fronte alle tendenze politiche protezionistiche degli ultimi anni (di cui la Brexit è solo uno dei numerosi esempi) né al cospetto della poderosa ascesa di nuovi attori economici quali Cina, Russia, India e Brasile. Lo status ormai consolidato dell’inglese da un lato e il maggiore dispendio di tempi ed energie che comporta l’apprendimento di lingue come il tedesco o il cinese dall’altro, fanno sì che la prima rimanga “lingua passaporto” spendibile nei più svariati contesti, quando non addirittura essenziale. L’importanza capitale dell’inglese è destinato a consolidarsi ulteriormente nei prossimi anni dal momento che nazioni emergenti come la Cina hanno deciso di promuoverne lo studio per la comunicazione internazionale e che in molti contesti questa funge da “lingua di collegamento” tra i parlanti di lingue meno diffuse.

L’importanza dell’inglese per il business aziendale

All’interno dei contesti aziendali la conoscenza dell’inglese è diventata un fattore chiave di crescita del business non solo in quanto mezzo di comunicazione con l’estero, ma anche come strumento per innovare dall’interno la cultura aziendale. Si dà per scontato che questa lingua sia una risorsa imprescindibile per l’internazionalizzazione delle imprese, processo che può comprendere, oltre all’accesso ai mercati esteri, anche la delocalizzazione della produzione o la ricerca di partner, fornitori e finanziatori esteri. Avvalendosi dei moderni strumenti informatici, anche le aziende di minori dimensioni possono aumentare le occasioni di collaborazione all’estero e rivolgersi ad un pubblico sempre più ampio. Non solo. Il reclutamento di personale competente in inglese può accrescere la competitività economica dell’azienda potenziando fattori quali il prestigio aziendale e la capacità di attirare expertise e talenti da tutto il mondo. Non altrettanto ovvia è la possibilità di aumentare i livelli di efficienza e produttività dei propri dipendenti grazie alla capacità di servirsi di questo strumento linguistico. Un report di Education First sui livelli di padronanza dell’inglese nel mondo ha mostrato la correlazione tra una buona conoscenza della lingua inglese da parte dei cittadini di una nazione e alcuni dei suoi principali indicatori economici quali il reddito nazionale lordo pro capite e il PIL. In altre parole, quanto più alto è il livello nei test di lingua inglese di una popolazione, tanto maggiore sarà la sua capacità di fare impresa. Non priva di correlazione con questo fenomeno è l’altra tendenza del mercato del lavoro odierno ad incrementare la multiculturalità all’interno dell’azienda, ragion per cui si registra una crescente richiesta da parte dei recruiter di dipendenti competenti in inglese e, più in generale, di parlanti bilingue. Disporre di un team multiculturale crea un ambiente più dinamico e creativo capace di attrarre nuove figure professionali da tutto il mondo che, grazie alla diversa provenienza, apportano nuovo know-how oltre ad una notevole ricchezza culturale all’interno dell’azienda.

L’importanza dell’inglese per la carriera individuale

L’investimento personale nello sviluppo della competenza linguistica è dunque non solo sensato, ma talora imprescindibile sia per l’inserimento nel mondo del lavoro sia per l’avanzamento di carriera. A confermare lo statuto dell’inglese come “lingua internazionale del business” è la ricerca del prestigioso istituto di valutazione linguistica dell’Università di Cambridge “English at Work” volta a capire aspettative ed esigenze dei datori di lavoro relativamente alla competenza linguistica in inglese. Condotta su un folto numero di responsabili e imprenditori di aziende operanti in diversi settori di 38 paesi diversi, la ricerca ha confermato l’importanza dell’inglese per più del 95% dei datori di lavoro. Le loro aspettative comprendono la capacità di lettura e comprensione di svariati documenti in lingua inglese quali contratti commerciali, istruzioni e riviste scientifiche (gran parte delle quali è redatta in lingua inglese), la capacità di scrivere email formali e di garantire un’efficace comunicazione orale in lingua inglese. Gli intervistati hanno anche lamentato il divario tra le competenze linguistiche richieste e quelle effettivamente possedute dei candidati evidente, in particolare, nel settore delle vendite in Italia. Generalmente, stando al report di Cambridge, tale gap si evidenzia maggiormente nei ruoli dei comparti “internal-facing” (“rivolti all’interno”) dell’organizzazione aziendale, quali Risorse Umane, Logistica, Contabilità e Finanza, piuttosto che nei comparti “external-facing” (“rivolti all’esterno”) quali Marketing, Vendite e Servizi alla Clientela. Oggi, tuttavia, anche per i ruoli manageriali “internal-facing”, cui sono richiesti grande dinamismo, flessibilità e un’incessante disposizione all’apprendimento, la conoscenza dell’inglese rappresenta un asset strategico fondamentale per la crescita professionale, essendo quest’ultima la principale lingua oltre che dell’informazione anche dell’innovazione. Poste queste premesse, è chiaro che l’essere in possesso di una certificazione almeno di livello B2 o l’aver conseguito un’esperienza di considerevole durata all’estero rappresentano un valore aggiunto nel proprio CV al momento d’inserirsi nel mondo del lavoro. In realtà, nel contesto generale europeo una buona padronanza dell’inglese risulta essere ancora più importante per gli avanzamenti di carriera. Secondo Agata Stefan della British Romanian Chamber of Commerce, infatti, il possesso di una certificazione nel CV è richiesto solitamente per i candidati a posizioni di lavoro di livello senior. Ai livelli più bassi la competenza in inglese viene accertata dai recruiter in maniera diretta in sede di colloquio, il quale a tal fine può essere svolto parzialmente in inglese.

La situazione in Italia

Nondimeno, in Italia la consapevolezza dell’importanza dell’inglese nel mondo professionale cresce anche tra coloro che sono in cerca di lavoro. Secondo un sondaggio condotto nel nostro paese da Aba English, la conoscenza limitata dell’inglese è stata causa di esclusione da un’importante offerta di lavoro o da una possibilità di promozione per il 40% degli intervistati, percentuale che supera il 50% limitatamente ai giovani. Nonostante la diffusa consapevolezza, ben pochi passi avanti sono stati fatti nell’ambito dell’istruzione pubblica per sviluppare il livello di competenza dei giovani nel contesto nazionale italiano. Secondo i dati dell’EF EPI, solo il 30% degli studenti degli istituti secondari pubblici, medie e licei raggiunge il B2, livello di apprendimento solitamente richiesto dal mercato del lavoro e requisito minimo d’accesso per molte università straniere che in molti casi richiedono agli studenti dopo l’ammissione di raggiungere il C1 entro il primo anno. Queste statistiche appaiono ancor meno rassicuranti se si considera la posizione dell’Italia nello scenario mondiale ed europeo. Stando ai dati dell’ultimo rapporto EF EPI che calcola un Indice di Conoscenza dell’Inglese su un campione di 100 Paesi al mondo di madrelingua non inglese, l’Italia si posiziona al 36° posto, dietro a paesi come la Spagna e la Grecia, con un livello definito “medio”. Se il considerevole scarto dei Paesi del Nord Europa, che si attestano su livelli “elevati”, non era difficile da prevedere, maggiore sorpresa si ha nel constatare come anche la performance di diversi Paesi dell’Est Europa siano migliori delle nostre con punteggi definiti “buoni”.

Investire nella formazione linguistica

In un mondo globalizzato ove la competizione anche per le realtà più piccole si gioca a livello internazionale, la sopravvivenza delle imprese dipende dalla loro capacità di captare il più ampio e variegato ventaglio di opportunità cui danno accesso l’apertura ai contesti internazionali e il reclutamento di un’equipe di lavoro multiculturale. Questa tendenza è destinata ad accentuarsi nel futuro prossimo. In questo contesto, la richiesta di mercato di personale in grado di comunicare con interlocutori di tutto il mondo, siano essi clienti, partner o finanziatori, rende indispensabile la conoscenza dell’inglese ed esponenzialmente crescente la richiesta di figure professionali competenti in due o più lingue. Di conseguenza, quella linguistica risulta essere una competenza trasversale fondamentale al pari di quelle tecnologiche e digitali, mentre la conoscenza dell’inglese si conferma un fattore chiave per il successo professionale. D’altro canto, per diventare più competitive molte aziende hanno iniziato ad attribuire importanza all’investimento nella formazione linguistica dei propri dipendenti. Questo permette alla realtà private di colmare il gap attuale tra la domanda e offerta di figure professionali rispondenti alle aspettative dei datori di lavoro, ma perché si possa avere una crescita consistente a livello nazionale è d’uopo un cambiamento nell’insegnamento dell’inglese nel sistema d’istruzione pubblico. Solo così saremo in grado di formare abovo profili professionali adeguati alle esigenze del mercato del lavoro e all’altezza dei colleghi europei dal punto di vista delle competenze linguistiche.

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